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Il prisma

IL PRISMA OTTICO 

La parte sperimentale prevede l'uso di un prisma di vetro montato su una piattaforma dotata di un cannocchiale e di un goniometro in modo da permettere la determinazione degli angoli di deviazione e quindi dell'indice di rifrazione del prisma. 
La luce è composta da uno spettro di diverse componenti cromatiche, esse vengono deviate dal prisma ottico per via del loro diverso grado di rinfrangibilità, ciò permette la dispersione della luce. Questa dispersione avviene perché l'angolo di rifrazione dipende dall'indice di rifrazione che dipende dalla lunghezza d'onda. Questo effetto può essere anche usato per misurare l'indice di rifrazione del materiale del prisma con un'alta accuratezza. In una tale misura, il prisma è posto al centro del supporto rotante di uno spettrometro con il raggio di luce incidente disposto in un modo tale che il raggio rifratto sia alla deviazione minima. L'indice di rifrazione può essere calcolato dall'angolo al vertice e l'angolo di deviazione minima. 

 

L'angolo alla sommità del prisma può essere scelto in modo da influenzare le caratteristiche di dispersione. Tuttavia, tipicamente si sceglie l'angolo in modo tale che sia il raggio incidente che quello rifratto colpiscano la superficie approssimativamente con l'angolo di Brewster, in modo tale che le perdite nella riflessione siano minimizzate. Un esempio di questo tipo di prisma è il prisma compressore per la generazione di impulsi laser ultra veloci. 

I COLORI

I colori vengono classificati in primari, secondari, terziari e complementari. 
I colori primari sono i colori di base dai quali si ottengono, mescolandoli, tutti gli altri. Questi colori sono considerati “assoluti” perché non si possono ottenere con nessuna mescolanza. Sono il rosso, blu, giallo e magenta. I colori secondari si ottengono mescolando due colori primari (es. giallo e rosso formano l’arancione). Ogni coppia di colori primari genera un colore secondario. Mischiando un colore secondario con un colore primario otteniamo un colore terziario (es. giallo e arancio formano il giallo aranciato). 

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LA LUCE

Dove c’è luce c’è colore. La percezione della forma, la profondità e il chiaroscuro sono strettamente connessi alla percezione del colore. Il colore è un attributo degli oggetti che percepiamo quando c’è luce. La luce è composta dalle onde elettromagnetiche che si propagano a circa 300.000 chilometri al secondo. La luce bianca è incolore ma contiene tutti i colori come dimostrato da Isaac Newton. Quando un corpo assorbe tutti i colori della luce bianca, l’oggetto appare nero. Quando riflette tutti i colori dello spettro, l’oggetto appare bianco. I nostri occhi reagiscono all’impatto dell’energia e non alla materia stessa. Le onde formano i vari tipi di luce dagli infrarossi a quella visibile all’occhio umano, fino ai raggi ultravioletti.

Le lunghezze d’onda visibili sono tra 380 e 770 nanometri (nm) (il nanometro è un’unità di misura di lunghezza, corrispondente a un milionesimo di un millimetro).  L’occhio umano distingue circa 10.000 colori. Per questo motivo si utilizzano anche tre dimensioni fisiche: tonalità, saturazione e valore (o luminosità) per sperimentare la percezione. 

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IL DISCO DI NEWTON 

Il disco di Newton è un disco composto da sette settori colorati secondo i colori dell'arcobaleno e prende il nome dal suo inventore: Isaac Newton. Facendolo ruotare, il disco mescola la luce riflessa dai colori diversi, riflettendo una luce biancastra. Si ottiene dunque l'illusione che i colori tendano ad uniformarsi e a diventare bianchi.

Angelica Urgu

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